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Il tempo sospeso: come i disturbi psicologici influenzano la percezione del tempo

L'inizio di un nuovo anno è spesso un momento che ci porta a riflettere sul tempo che passa. È un periodo in cui molti di noi si pongono obiettivi e speranze per il futuro. Altri invece si focalizzano sul ricostruire l’anno appena trascorso e fare un bilancio dei mesi passati. La percezione del tempo è un aspetto fondamentale dell’esperienza umana. Tuttavia, può variare notevolmente da persona a persona e può essere influenzata da una serie di fattori psicologici. In questo articolo, esploreremo come il tempo viene vissuto in modo diverso in alcuni disturbi psicologici, offrendo una prospettiva d’insieme sulla complessità della nostra esperienza temporale.



1. Disturbi d'ansia

Le persone affette da disturbi d'ansia spesso sperimentano una percezione del tempo distorta. Il tempo può sembrare rallentato o accelerato, a seconda del tipo di ansia che si sta vivendo. Ad esempio, durante un attacco di panico il tempo può sembrare estremamente lento: le emozioni e  le sensazioni fisiche di malessere sono intense e improvvise, generano uno stato di paura diffuso e spingono la persona a controllare ripetutamente alcune variabili fisiologiche come il respiro, il battito cardiaco e altre sensazioni fisiche. Questo continuo check ha l’effetto di dilatare il tempo perché è come fissare l’avanzamento delle lancette su un orologio analogico: sembrano non procedere mai.

In situazioni di ansia generalizzata, al contrario, il tempo può sembrare volare via. La persona è coinvolta in un continuo rimuginio ansioso su eventi temuti che potrebbero accadere o non accadere. Questa modalità di pensiero può assorbire intensamente le energie e la concentrazione della persona, che può non accorgesti del tempo che passa.


Questa distorsione temporale può contribuire a un senso di perdita di controllo e di disorientamento e alimentare lo stato d’ansia. Il tempo è visto a volte come un nemico: avere delle scadenze da rispettare o dover uscire di casa in orario sono esempi di situazioni che aggravano i livelli di ansia, suscitando un senso di frenesia e di sopraffazione. Spesso avviene che un impegno fissato nel pomeriggio possa occupare l’intera giornata in termini di spazio mentale e tempo dedicato al rimuginio rispetto all’evento stesso.


2. Disturbo depressivo maggiore

Le persone che soffrono di depressione possono presentare una percezione del tempo alterata. Alcuni possono sperimentare una sensazione di rallentamento del tempo, in cui ogni minuto sembra durare un'eternità. Può emergere un senso di “non appartenenza” al proprio tempo e alla propria epoca, in cui non ci si riconosce in termini di valori e modo di essere.

In altri casi, l’incapacità di cogliere appieno le esperienze quotidiane e di trarne piacere può portare a percepire il tempo come accelerato, con giorni che sembrano scorrere rapidamente, tutti uguali e ripetitivi. Questa distorsione temporale può contribuire a un senso di alienazione, di perdita di significato e di disconnessione dal mondo circostante.


3. Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)

Anche le persone con ADHD spesso sperimentano una percezione del tempo alterata. Il tempo può sembrare sfuggire di mano, con una difficoltà a gestire le scadenze e a organizzare le attività quotidiane. Inoltre, la difficoltà a mantenere l'attenzione su un compito per un periodo prolungato può portare a una percezione del tempo frammentata e discontinua.


4. Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)

Le persone con PTSD possono sperimentare una percezione del tempo distorta, in cui il passato e il presente sono la stessa cosa, il passato non è mai davvero passato, e la persona non è mai davvero al sicuro. Questa fusione tra passato e presente avviene in particolare durante i flashback di eventi traumatici pregressi e non ancora elaborati. Durante questi episodi, il tempo può sembrare rallentato o addirittura fermarsi, creando una sensazione di rivivere  nel presente l'evento traumatico in modo intenso e dettagliato. Questa distorsione temporale può contribuire a un senso di impotenza e di intrappolamento nel passato.


5. Disturbi dissociativi

Durante le esperienze dissociative, avviene una dis-integrazione di alcune funzioni cognitive superiori: la persona si allontana psicologicamente dalla realtà e di conseguenza si distacca anche dalla dimensione temporale. Può tornare in controllo senza avere un’idea precisa del tempo che è trascorso.

Ad esempio, durante gli episodi di derealizzazione si percepisce un senso di distacco o “estraneità” rispetto al mondo circostante; può avvenire un’interruzione del senso di sé e della percezione del tempo, con l’emergere di sentimenti di ansia o panico. Nei casi di amnesia retrograda, interi pezzi di memoria non sono più accessibili alla coscienza, con l'esito di alterare il

senso del tempo e la percezione di sé come unità identitaria.


Oltre i disturbi

Un'altra differenza interessante che si può riscontrare tra le persone nel loro rapporto con il tempo riguarda la modalità di percepirsi come entità stabile in diversi momenti cronologici. E' possibile individuare una dimensione di funzionamento a due polarità:

  • modalità sincronica: è tipica di quelle persone che ricavano un senso di sé principalmente a partire dal momento presente. La propria identità e il proprio valore oscillano in modo significativo sulla base delle emozioni del momento e dunque la percezione di sé risulta particolarmente legata allo specifico contesto.

  • modalità diacronica: è caratterizzata dalla tendenza a ricavare un senso di sé stabile sulla base di diversi momenti temporali o fasi di vita. In questo caso le variabili emotive e contestuali influenzano in misura minore l'immagine che si ha di sé.


Conclusioni

La percezione del tempo è un aspetto complesso dell’esperienza umana e può essere influenzata da una serie di variabili contestuali e psicologiche. La comprensione di come il tempo viene vissuto in modo diverso in questi disturbi può aiutare a migliorare la diagnosi e il trattamento. È importante ricordare che ogni persona è unica e che la percezione del tempo può variare anche nell’ambito di uno stesso disturbo. Lavorare con uno psicoterapeuta esperto può aiutare a esplorare ulteriormente questa dimensione dell’esperienza soggettiva e a sviluppare strategie per gestire il rapporto con il tempo in modo più sano e costruttivo.


Dott.ssa Serena Tomassetti

 
 
 

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